mercoledì 9 novembre 2011

UN PROGETTO FORMATO IMPROVVISAZIONE FIRMATO LOTITO

QUEL PROGETTO CHIAMATO IMPROVVISAZIONE

 
Cari lettori, amici, e laziali voglio cominciare questa retrospettiva sulla societa',quindi su l'unico personaggio che la incarna tale Claudio Lotito il nostro e vosto gestore, con alcune delle sue piu' celebri frasi da cabaret che mai e poi mai avremmo voluto sentire tantomeno leggere visto il loro contenuto schialbo e gretto.

[Riferendosi al calciatore Valon Behrami che aveva utilizzato l'articolo 17 della FIFA.]
Se lo svizzero dovesse pentirsi io, da cattolico, sono pronto al perdono, ma il ravvedimento deve essere autentico.


Sono come Gesù che ha cacciato i mercanti dal tempio.

Sogno che lo sport, quello vero, di Abebe Bikila, diventi punto di riferimento per i giovani.

Vi mancava il mio latino? C'era un certo scetticismo, poi però tanti si sono voluti cimentare. Lo stesso Santo Padre ha voluto reintrodurre la Messa in latino... No, non voglio dire quello, non è che mi ha ascoltato. Semplicemente, il Papa ha sottolineato l'importanza del latino.

Ho preso la Lazio al funerale, l'ho portata in coma irreversibile.

Sono entrato nel mondo del calcio per passione: sono laziale dall'età di 6 anni. E poi secondo la mia formazione cristiana ritengo che anche in questa scelta ci sia un disegno che va interpretato in chiave escatologica: per ogni situazione esiste Dio che vede e provvede.


‎"A Di Cà, che devi fa, devi venì o non devi venì? Guarda se sei laziale vieni pure gratis eh!"

Me contestano? È solo na sparuta minoranza.

"Sono piu' irriducibile degli irriducibili"

"Non sono felice per la crisi della as roma"

"Non mi piace rivendicare in prima persona il ruolo del grande moralizzatore ", minimizza affettando modestia. "È una percezione che altri hanno di me per il lavoro che svolgo"

"Quando sono entrato nel mondo del calcio la consuetudine esaltava un discutibile assioma: più spendi più vinci. Io al contrario ho cercato di riportare in primo piano i valori olimpici: la professionalità, lo spirito di sacrificio, la meritocrazia. Ho provato insomma a riportare il calcio sulla terra, lottando contro la dicotomia di un mondo dorato del tutto separato dalla società civile"

"Non è morale corrispondere a un campione compensi milionari quando la gente normale che va allo stadio guadagna 1.500 euro al mese. Nel 2004 ho ereditato bilanci più disastrati di quelli dell'Alitalia: circa 550 milioni di debiti, di cui 150 richiesti dal Fisco, e un monte ingaggi di 120 milioni. E intanto abbiamo vinto una Coppa Italia e una Supercoppa. A dimostrazione che non è un'utopia ottenere risultati rispettando il rigore finanziario".

"Non conosco la situazione della Roma e non mi permetto di giudicare. Nella Lazio c'è una minoranza chiassosa che sovrasta la maggioranza silenziosa. Gente che contrasta la nostra azione di pulizia perché vuol conservare antichi privilegi"

"Io non emargino nessuno. Pandev e Ledesma si sono isolati da soli. Il nostro tecnico ha scelto di farne a meno perché quando ti manca il senso di appartenenza non sei più al servizio della squadra. Le partite non si vincono solo con il fisico, ma soprattutto con la testa e con il cuore"

"Sono uno che accetta le critiche. Ma solo quelle costruttive. Contro chi rumoreggia strumentalmente, dovrebbe far sentire la voce la maggioranza silenziosa che apprezza la nostra strategia basata sulla correttezza"

"vedere moneta comprare cammello"

"Se è possibile andare avanti senza tifo? I risultati arrivano ugualmente anzi, forse è pure meglio"

"Alla fine la società può anche decidere di perdere il giocatore e di non farlo giocare, se esiste il gioco duro la Lazio farà il gioco duro, ma quello vero. Pensano di minacciare con la scusa della scadenza del contratto, ma io ti inchiodo alla panchina dell'Olimpico per un anno! Non è che siamo noi inadempienti, il problema è legato ad uno che è stato contattato un anno prima da un'altra società che è pronta a garantire una commissione al procuratore".


È il patron e gestore della Lazio CLAUDIO LOTITO non è uno scherzo,con lui non si puo' scherzare, anche se lui lo ama fare degli altri in maniera piuttosto cabarettistica ed insolita. Si ispira ai valori olimpici e ama le citazioni colte. Ma la squadra che negli anni andava male e vivicchiava oggi va bene..ma gli ultras lo contestano ancora oggi.. Agguerrito più che arrabbiato. Una sorta di fervore missionario spinge Claudio Lotito, 54 anni, da sette presidente della Lazio, a concentrarsi più sulla crociata per un calcio etico che sulle contestazioni per il plumbeo rendimento della squadra. Tra i severi arredi di villa San Sebastiano, lo studio dove coniuga l'attività di dirigente sportivo con quella di imprenditore di successo (leader a Roma nei settori della pulizia, assicurazioni e della vigilanza), si muove come un fiume in piena. Impartendo direttive manageriali alle aziende. E un minuto dopo accalorandosi come un tifoso della curva, ma con un linguaggio aulico da latinista, sui temi più passionali del pallone.

CAPITOLO TIFOSI
Sulla lotta al ricatto del tifo organizzato Lotito ha costruito gran parte della sua buona stampa, al punto di fare passare in secondo piano la condanna a due anni in primo grado per aggiotaggio sui titoli della Società sportiva Lazio arrivata nel marzo del 2009. Grazie a un certo appeal televisivo e a una pulsione pedagogica propagata con motti greco-latini, il salvatore delle Aquile ha voluto diventare il salvatore del calcio tout court. "Ho fornito ai colleghi, con il mio comportamento, alcuni spunti di riflessione", ha dichiarato in un'intervista a 'L'espresso': "Stiamo attraversando una fase profondamente amorale più che immorale. Bisogna ritornare alle radici come raccomanda il Santo Padre. Battersi per il rilancio dei valori. Anche nel calcio, che per il suo potere mediatico e peso sociale può diventare strumento per il ripristino della legalità".

CAPITOLO STADIO E SPECULAZIONE
Quasi tutti i giorni, pioggia o vento non importa, il folkloristico presidente della Lazio Claudio Lotito staziona davanti all’uscita secondaria di Montecitorio in Piazza del Parlamento. Come un questuante, aspetta deputati di ogni colore. Il motivo è molto semplice: far cancellare dalla proposta di legge sugli stadi presentata dal pd Giovanni Lolli due misere righe. E’ permesso costruire impianti, “fatti salvi i vincoli archeologici, storici e idrogeologici”. Ma il nuovo stadio della Lazio Lotito vuole costruirlo su terreni suoi e del cognato Mezzaroma, lungo la via Tiberina, sottoposti a vincoli sia archeologici sia idrogeologici. Una questione di vita o di morte, quindi. Che val bene l’attesa in mezzo alla strada. RIFLESSIONE: (in un Paese normale il divieto di costruire in aree di interesse storico-archeologico o con problemi idrogeologici dovrebbe essere un dato di fatto, neanche decretato per legge). Ecco quindi, lo stadio di proprietà italiano è una buona idea patrimoniale per sanare i bilanci in rosso dei nostri club e un segno architettonico forte della modernità, ma scatena appetiti mai sazi di imprenditori del calcio che si stanno affidando a rentier e palazzinari contando su amministrazioni pubbliche con le casse vuote e la necessità di consenso. Il rischio è lo stravolgimento di ampie aree della media periferia delle metropoli italiane. L' esempio plateale è il progetto Lazio di Claudio Lotito: ci lavora dal 2004, vuole investirci 800 milioni. Su 600 ettari (la città di Amalfi) di proprietà del suocero Mezzaroma (costruttore) e accatastati come agricoli, Lotito vuole edificare: il nuovo stadio Delle Aquile con quattro ristoranti nei torrioni, tre campi di calcio esterni, uno per il calcio a 5, sei campi da tennis, uno da rugby, uno da football americano, uno per l'hockey su prato e uno per l'arco, un diamante per il baseball, una pista di atletica, quattro piscine, un palazzetto per basket e volley. Poi, gli uffici del club, il museo della Lazio, un centro commerciale su due livelli, un albergo a 4 stelle, parcheggi per 40 ettari e altri 25 ettari per un parco giochi. Sulla collina (che ha vincoli paesaggistici) Lotito immagina una cementata di villette. Per raggiungere questa nuova città a nord di Roma si prevede una nuova stazione, un nuovo svincolo autostradale, un approdo in battello sul Tevere. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in campagna elettorale aveva promesso due stadi privati ai club della capitale a costo zero per il Comune. Ora è imbarazzato. Il progetto Lotito insiste su un'area a rischio esondazione e il braccio destro di Alemanno, Claudio Barbaro, di fronte a questi volumi si è dimesso.

CAPITOLO SQUADRA ED ARMONIA
L'altro punto di forza del presidente è stato il moralismo contabile: basta con le estorsioni di chi segna qualche gol in più e chiede l'aumento. Ma l'atteggiamento irriducibile di Lotito nei confronti dei suoi lavoratori in braghe corte sta avendo un effetto boomerang. La sconfitta nella lite con Pandev è stata seguita dal verdetto del tribunale ordinario che il 20 gennaio ha respinto il ricorso di Lotito sul caso Massimo Mutarelli. Il centrocampista ha chiesto la rescissione del contratto ed è andato al Bologna. Secondo i giudici, la Lazio non ha diritto a risarcimenti. La politica del pugno di ferro ha trasformato Formello, il centro sportivo della squadra, in un posto dal quale fuggire. L'elenco dei cosiddetti dissidenti è in continuo aggiornamento. Oltre a Pandev, Mutarelli e Ledesma, Christian Manfredini, Riccardo Bonetto, Lorenzo De Silvestri, Guglielmo Stendardo, e i meno noti Tommaso Berni, Ivan Artipoli, Simone Santarelli ecc. ecc. hanno tutti vissuto l'esperienza di finire ai margini della squadra. Alcuni sono finiti ad allenarsi per mesi nello striminzito campetto destinato ai calciatori in castigo.
Poi si lamenta se lo chiamano Lotirchio. in un'udienza sulla lite fra Claudio Lotito e il suo ex dipendente Goran Pandev. Il presidente della Lazio aveva già perso, poco prima di Natale, la causa arbitrale per mobbing contro l'attaccante macedone, passato all'Inter a costo zero e con il riconoscimento di 160 mila euro di danni. Il 22 gennaio si trattava di accordarsi su un aspetto marginale, cioè le tre settimane dell'ingaggio di dicembre che Pandev non ha ancora avuto. La contesa riguarda una decina di migliaia di euro e sembrava possibile arrivare a un accordo. Ma Lotito ha chiesto che dalla somma venissero scalate le quattro magliette omaggio e i due ingressi per Fiorentina-Lazio di Coppa Italia regalati a Pandev. In risposta, i legali del calciatore hanno abbandonato l'aula e hanno chiesto di andare a sentenza. La conciliazione è saltata per 300, 400 euro a volere esagerare. È una cifra così bassa che neppure la nota renitenza allo spreco del presidente biancoceleste basta a giustificare lo scontro.

La SS.LAZIO merita altra storia altro destino altri comportamenti, ma sopratuttto merita un altro gestore e presidente, quello che finora non abbiamo mai avuto e in cui non ci siamo mai riconosciuti ed identificati. La piu' gloriosa ed antica societa' della capitale non merita codesto personaggio..caro Claudio Lotito non sei e non sarai mai da lazio e della famiglia della SS.LAZIO. MEDITATE GENTE MEDITATE.


Pubblicata da Mauro Gabrieli a marzo 2011 ripubblicata oggi dal redazionale di Gente Laziale



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