martedì 22 novembre 2011

LOTITO-ABETE SCONTRO TOTALE. LA S.S. LAZIO DEVE PREOCCUPARSI?


Assediato dagli strascichi di Calciopoli e dalle richieste di cambiamento, la Figc è dipinta come fortino da espugnare. Non è di questo parere il presidente Giancarlo Abete, ospite di «Radio anch’io Sport». «C’è insofferenza nei confronti di un sistema di regole che vanno rispettate. Se si ritiene che le regole vadano modificate, si deve avere una capacità di proposta, raccogliere un consenso e poi la regola si può modificare. Ma finchè le regole sono queste vanno rispettate. La federazione non ha i milioni di tifosi delle società, ma è un soggetto istituzionale che ha dei doveri ed il suo coraggio non è quello di dare ragione a chi preme, ma di far rispettare le regole». Il tavolo politico, già ribattezzato «della pace», auspicato dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli, Abete l’ha definito «un’ottima iniziativa, ben accolta anche dal presidente Petrucci. Si farà e sarà l’occasione per confrontarsi e fare chiarezza. Da parte della Federazione c’è la massima disponibilità. Lì porteremo le nostre riflessioni in un clima di serenità e grande rispetto verso società e dirigenti di primissimi livello». Ma sull’articolo 22 della Noif (requisiti di onorabilità) sono possibili modifiche in corsa? «Il sistema di regole della Federazione è all’interno di sistemi nazionali – Coni – ed internazionali – Uefa e Fifa. Quindi ha fiato corto chi pensa di dare luogo ad una riforma/rivoluzione del calcio in Italia pensando che l’unico soggetto da convincere sia la Federcalcio. Inoltre, prima bisogna discutere il contenuto delle regole e poi si verificherà quale potrebbe essere l’effetto di una modifica. L’ordinamento sportivo ha sue specificità. Anche in relazione alla sentenza del tribunale di Napoli (su Calciopoli, che ha condannato i presidenti Lotito e Della Valle, causandone la sospensione, ndr), /bisogna tenere i due campi ben distinti. La legge penale ha parametri di riferimento diversi. Ci sono eventi che meritano una sanzione sportiva che non hanno nessuna rilevanza penale. E viceversa». L’ormai noto articolo 22, ha ricordato Abete, «sospende automaticamente i dirigenti incorsi in una sentenza penale di primo grado, non c’è nemmeno bisogno di una delibera da parte della Federazione». «C’è la volontà di esaminare tutti i problemi esistenti – ha aggiunto Abete – Ricordo che da parte del Coni è stato istituito un tavolo presso la Presidenza del Consiglio sulla modifica della legge 91, tutela dei marchi, sul disegno di legge sui nuovi. Però ci deve essere anche capacità di proposta, non mera rivendicazione di cambiamenti. Bisogna saper spiegare perchè si vuole cambiare. Fino ad ora nessuno aveva eccepito. Non ci si può lamentare solo quando sorgono le singole situazioni. E non dimentichiamo che sono previsti altri due gradi di giudizio».

Rassegna stampa a cura di GenteLaziale tratta dal Corriere dello Sport.

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