giovedì 24 novembre 2011

AMARCORD FELICE PULICI: "Juve, mi hai tolto due scudetti, ma nel 2000..."


E' stato per anni rivale della Juventus con la sua Lazio, prima da giocatore poi da dirigente: Felice Pulici, portiere scudettato dei biancocelesti nel 1974 racconta in esclusiva per TuttoJuve.com la sua vigilia di Lazio-Juve facendo un tuffo nel passato ricordando gli scontri fra le due squadre, più di una volta ritrovatesi a contendersi il titolo all'ultima giornata:

Felice Pulici, lei è stato protagonista da calciatore e da dirigente di importantissimi incroci fra Lazio e Juve
"La Juve in qualche modo è una costante della mia carriera. Prima che andassi alla Lazio ho giocato per anni nel Novara, il cui allenatore era Carlo Parola, ex campione bianconero, che quando giocava era il più grande centromediano al mondo".


Poi il passaggio ai biancocelesti e al ritorno in A nella stagione 1972/73 subito lotta con i bianconeri per lo scudetto
"Fu qualcosa di inaspettato perché eravamo una neopromossa. Ma eravamo carichi ed entusiasti e facemmo un campionato straordinario: alla fine ci ritrovammo noi, la Juve e il Milan a giocarci il titolo. I rossoneri erano in testa ma crollarono nella fatal Verona (5-3), forse perché stanchi dalla finale di Coppa delle Coppe di pochi giorni prima, noi della Lazio non ne approfittammo, anzi, ci siamo fatti beffare da Oscar Damiani a cinque minuti dalla fine e la Juve che era sotto all'Olimpico contro la Roma, riuscì a ribaltare nell'ultimo quarto d'ora il risultato e vinse lo scudetto. I bianconeri però non credo lo meritassero. Il Milan aveva qualcosa in più".


Una vera beffa. La Roma facendo risultato con la Juve avrebbe potuto spalancarvi le porte per lo scudetto...
"Questa è una domanda che non mi doveva fare... "


Passa qualche anno e Lei diventa dirigente dei biancocelesti: 17 aprile 1999 Lazio-Juventus 1-3. Alla fine dei conti questo risultato peserà tantissimo
"Quella sconfitta ai fini della volata scudetto ci costò il tricolore. Eravamo i migliori e meritavamo di vincere il titolo, purtroppo quel pomeriggio andò tutto storto e ci fece due gol un giocatore che alla Juve non ha avuto molta fortuna: Thierry Henry. È incredibile che da lì a poco sarebbe diventato, con un'altra maglia uno degli attaccanti più forti in assoluto".


Passa un anno e stavolta arriva il tricolore. Con la Juve stavolta è scontro diretto e i biancocelesti vincono 1-0 al Delle Alpi

"Ricordo bene la serata e il gol: partita bellissima e cross meraviglioso di Veron per Simeone che batté van der Sar, portiere poco fortunato anche lui, come Henry, a Torino, ma che a Manchester ha dimostrato il suo valore".

L'apoteosi di quel campionato avvenne all'ultima giornata, quando la Lazio compì il sorpasso grazie al ko della Juve a Perugia
"Si giocava in contemporanea e dopo i primi 45' tutto bene. Poi a Perugia scese il diluvio e la ripresa del gioco ritardò. A Roma la Lazio stava giocando contro la Reggina e c'era il sole. Io ero dirigente e chiesi all'arbitro di giocare subito, senza aspettare Perugia, tanto non era quella partita che ci avrebbe condizionato, perché dovevamo vincere e basta. Anche Cragnotti era d'accordo e abbiamo spinto affinché si riprendesse normalmente il gioco. Quando finì la partita rimanemmo tutti ad aspettare l'evolversi di Perugia-Juve dove il gol di Calori ci regalò lo scudetto, compensando così la grande delusione di un anno prima, dove meritavamo sicuramente di più il tricolore".


Veniamo al presente: sabato finalmente Lazio-Juve si ritrovano contro al vertice

"Sono due squadre che mi piacciono molto. La Juve in più sta sfruttando l'onda dell'entusiasmo portata dallo stadio nuovo, ma siccome si giocherà all'Olimpico sarà diverso. E allora dico che se la Juve giocherà come ha sempre giocato, cioè in modo offensivo, rischia di farsi sorprendere dalla Lazio che è una squadra opportunista e con Klose per i bianconeri possono essere dolori".

Sarà anche una sfida fra due dei migliori portieri italiani: Buffon e Marchetti

"Su Buffon c'è poco da dire, sta lì sul trono nonostante i problemi fisici che lo hanno tormentato. Io poi li conosco bene perché ho affrontato lo stesso tipo di operazione trent'anni fa. Fossi stato in lui, anzi, mi sarei fatto operare prima perché era l'unico modo per risolvere le cose, ma nel suo caso c'era il mondiale in Sudafrica di mezzo e non ha voluto rischiare di perderlo. Riguardo Marchetti lo considero dopo Buffon il migliore. Ha dimostrato che nonostante l'anno di attività le qualità sono sempre tante".

Da ex portiere come si spiega il crollo del Made in Italy fra i pali?

"Un semplice motivo: la nostra scuola di portieri e i nostri metodi di allenamento non erano esportati. Da quando l'abbiamo fatto abbiamo dato la possibilità agli altri di migliorare, di conseguenza arrivano portieri da tutto il mondo, anche da paesi che qualche anno fa non ti saresti mai aspettato, come il Brasile. La globalizzazione porta anche a questo".

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