lunedì 7 novembre 2011

ARGENTINI GENTE DI CUORE,GRINTA E ARDORE FIRMATO S.S.LAZIO

Ne ho visti giocare tanti DI ARGENTINI...
La storia recente del calcio italiano parla chiaro: per vincere i club sono ricorsi spesso agli hermanos.

Da blocchi vincenti (come quello del Parma di Malesani o della Lazio di Cragnotti passando alla banda della Lazio di Mancini) o ultimo nell' ordine ma primissimo nelle vittorie quello dei neroazzurri dell' inter, a individualità particolari (come Batistuta a Firenze o Zarate a Roma, per non parlare del dio del calcio di nome Maradona)
Ecco gli argentini che mi hanno regalato maggiori emozioni nell'età recente parlando di Lazio:

SIMEONE
Ha due anime italiane, una nerazzurra e una biancoceleste.
E se l'aquila biancoceleste ha uno scudetto in più, il merito è soprattutto suo.
Tutti si ricordano del gol di Torino, 1-04-2000, quando espugnando il Delle Alpi la Lazio arrivò a -3 dalla Juve.
Ma io ricordo un altro gol particolare, fondamentale; quello di Piacenza, quando la Lazio era a -5 e non ci credeva praticamente più nessuno. Tranne lui.
Simeone è più di un giocatore, Simeone è un sentimento viscerale che è difficile capire se non si vive...Ora fa di mestiere l'allenatore e sembra anche piuttosto bravo...lui vuole la lazio...ma la lazio vorra' lui? Lotito permettendo...

ALMEYDA
*Tutti per uno, Almeyda per tutti*.
Era il motto della Lazio che si avvicinò alla vittoria dello scudetto e si laureò vincitrice dell'ultima Coppa Coppe della storia.
Matias, l'ultimo guerriero.
Giocatore di sostanza, di tanta corsa e grinta a cui è impossibile non affezionarsi.
Vinse lo scudetto con la Lazio l'anno dopo, poi se ne andò a Parma, dove fu applaudito e fece bene, vincendo anche una Coppa Italia nel 2002.
Poi il passaggio all'Inter ma più trascorreva il tempo più cresceva la voglia di tornare nella sua Argentina, nel suo amato river...mai dimenticato nonostante il viscerale amore per la maglia della Lazio.

JUAN SEBASTIAN VERON
Come dimenticarlo quel goal al derby...avevo 20 anni gli anni in cui il gusto di alcune imprese è amplificato dall idolatrazione verso i miti vivi o morti, e veron è stato ed è un mito vero del calcio.
Avevo 20 anni e quel giorno si gioca il derby di Roma, di sabato alle 15.
La Juve aveva perso il giorno prima e vincere quel derby voleva dire rilanciarsi.
Dopo il vantaggio di Montella e il pareggio di Nedved, ecco una punizione sulla zolla giusta; va lui a calciare e la gente impazzisce.
Seba la streghetta è un campione assolutamente straordinario, che ha fatto mirabilie con la maglia della Samp, prima di vincere e consacrarsi grande con quella del Parma; poi l'arrivo a Roma e la vittoria dello scudetto e varie coppe.
Il suo quarto step italiano è l'Inter, di cui è divento' punto fondamentale negli anni di permanenza.
Il suo grande amore italiano rimane la lazio con cui si è consacrato stella di prima grandezza in italia e nel mondo.

Mauro Gabrieli

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