venerdì 18 novembre 2011

A TU PER TU CON MANCINI BUTTANDO UN OCCHIO A LAZIO, ROMA E NON SOLO

A tu per tu con il tecnico italiano che ha conquistato l’Inghilterra con il City: «Non mi stupirei se Daniele restasse alla Roma Io però sono pronto a provarci: è un top player. De Laurentiis ha costruito uno squadrone con tanti campioni: Lavezzi, Cavani e Hamsik Ma chi perde avrà comunque un grande futuro. Klose mi ricorda me alla Lazio, il suo caso è simile al mio quando arrivai a Roma, pensavano tutti fosse in fase di decadenza - io compreso, per la verità - e invece ha portato gol e mentalità. Può cambiare da solo la squadra biancoceleste permettendole di puntare in alto».


ROMA - Mancini, ci racconti del suo messaggio al presidente del Coni, Gianni Petrucci. «Stavo uscendo di casa, avevo la televisione accesa e mi sono messo ad ascoltare il suo discorso. Una presa di posizione impeccabile e importante, se tutti hanno capito il senso. Era arrivata l’ora di mettere un punto sulla questione calcio. Così gli ho scritto un sms di complimenti, venuto dal cuore, perché la serie A sta finendo male».

In Inghilterra le hanno chiesto, in questi due anni, il significato del processo di Napoli o di calciopoli?
«No, non ci calcolano proprio. Ma vi siete mai chiesti perché i grandi campioni non vengono più in Italia o perché gli sceicchi preferiscono investire sulla Premier o sulla Liga? Ve lo dico io: la serie A non ha più appeal, è antica, le società non hanno stadi di proprietà e per entrarci bisogna attenersi a mille disposizioni, comprare il biglietto non è più sufficiente».
E quindi che cosa ci può consigliare dopo la sua esperienza in Premier?«Di tornare ai tempi di Sandro Ciotti ed Enrico Ameri, quando il calcio non lo giocavano i legali ma i calciatori. Sana rivalità e sane polemiche, tutte legate al campo. Come qui in Inghilterra».

Un altro grande giocatore potrebbe lasciare la sua città: Daniele De Rossi.
«E’ difficile strappare un calciatore romano e romanista alla Roma. Perché il romano è legato alle sue origini e al suo stile di vita: non sarei sorpreso se rinnovasse il contratto».

Vuol dire che lei si arrende?
«No, voglio dire che se un giorno De Rossi si metterà sul mercato, il Manchester City ci proverà, come il Real, il Chelsea e tutti i grandi club».

Per lei è un top player?
«Sì, è uno di quei pochi giocatori che possono essere inseriti nelle più grandi squadre del mondo. Un centrocampista completo, con classe ed esperienza».
De Rossi come Mancini? «Può darsi. Io ho rinunciato a molti più soldi e a tanti successi per sposare la Sampdoria. Mi sentivo amato, mi sentivo realizzato a Genova e dissi di no a tanti club con cui avrei vinto scudetti su scudetti. Daniele potrebbe fare il mio stesso percorso. D’altronde, se danno il tempo giusto a Luis Enrique può far bene con la Roma».

Tevez, invece, si è fatto fuori da solo.
«Bisogna sempre comportarsi in modo leale, soprattutto se si è il capitano del Manchester City, un club prestigioso. Tutti possono commettere un errore e nessun errore diventa irreparabile. Sarebbe stato sufficiente chiedere scusa per chiudere il caso. Così non ha voluto».

Ferguson le ha fatto i complimenti per il suo pugno duro.
«Ho fatto il mio dovere su un episodio spiacevole. Molto più bello ricevere i complimenti di Ferguson per il cappotto allo United. Che emozioni quella domenica».
Milan, Juventus e Inter potrebbero cercare proprio Tevez.«Ora deciderà la società, io mi preoccupo della squadra e delle cose di campo. Tevez resta un grandissimo attaccante».

Parliamo di Klose, un fenomeno di bravura e serietà.
«Sa cosa penso? Che il suo caso è simile al mio quando arrivai alla Lazio».
Si spieghi meglio. «Sbarcai a Roma a 33 anni, mi davano tutti per finito, comunque in fase calante. Vinsi e vincemmo tutto o quasi. Klose è uguale: pensavano tutti fosse in fase di decadenza - io compreso, per la verità - e invece ha portato gol e mentalità. Può cambiare da solo la squadra biancoceleste permettendole di puntare in alto».
Balotelli: è cambiato davvero?

«Quando c’è di mezzo lui non bisogna mai sbilanciarsi o essere certi di qualche cosa, ma penso di sì. Si sta comportando da uomo e giocatore vero, anche in Nazionale. Se decolla, varrà un Messi o un Ronaldo».
Parliamo del Napoli: martedì il confronto diretto.«Una grande squadra, ormai ai vertici da qualche anno. Ogni stagione fa un passo avanti ed è pieno zeppo di campioni. Che bei giocatori ha scoperto De Laurentiis».

Lei ne ha cercati almeno tre: Hamsik, Cavani e Lavezzi.
«E chi non li vorrebbe? Ma sarà difficili portarli via da là, soprattutto se in ballo ci sarà lo scudetto. Il Napoli, come la Lazio, è in pole. La serie A è talmente equilibrata che può accadere di tutto».
Ne scelga uno solo. «Sceglietelo voi, datemelo e io lo prendo»

Napoli e Manchester City per un posto negli ottavi.
«Dentro o fuori e chi esce non deve piangere. Parliamo di due club in ascesa, che stanno cercando di arrivare ai livelli di Real e Barcellona, il top del momento».

Rassegna stampa a cura di GenteLaziale tratta del Corriere dello Sport-Stadio a firma di Alberto Dalla Palma

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