venerdì 6 gennaio 2012

ALFARO..UN AFFARE CHE SA' TANTO DI STORIA VERO PREZIOSI E LOTITO?

 
 
SPORT - CALCIO
 
Il presidente del Genoa accusato di bancarotta fraudolenta
nella stessa inchiesta è indagato anche Luciano Moggi
 
Calcio, fallimento del Como
arresti domiciliari per Preziosi
COMO - Arresti domiciliari per Enrico Preziosi, ex presidente del Como e presidente del Genoa. All'imprenditore è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nell'ambito dell'inchiesta per bancarotta seguita al fallimento del Calcio Como.

L'ordinanza è stata firmata dal gip Nicoletta Cremona, ed era stata richiesta dal sostituto procuratore Vittorio Nessi, che indaga sulla vicenda del fallimento della società lariana nel dicembre scorso.

Nella stessa inchiesta sono indagati anche il successore di Preziosi, Aleandro Dall'Oglio, l'ultimo amministratore della società Massimo D'Alma (quest'ultimo per bancarotta semplice) e Luciano Moggi, direttore generale della Juventus, per una compravendita di due giocatori ritenuta sospetta dai magistrati.

Il fallimento del Como era stato decretato dal Tribunale fallimentare il 22 dicembre scorso. Preziosi era stato iscritto sul registro degli indagati della procura di Como a maggio, con l'ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta per il crac da 16 milioni di euro del Calcio Como 1907 spa, società di cui era stato presidente sino al 2003.

I fatti contestati all'imprenditore riguardano, in particolare, gli esercizi finanziari 2002 e 2003. Secondo la Procura, che ha dalla sua una perizia sui bilanci societari del Como, Preziosi in quegli anni avrebbe impoverito il patrimonio della società cedendo un gruppo di giocatori al Genoa - a quell'epoca già di Preziosi - a titolo gratuito o a prezzi ritenuti irrisori, provocando così un ingente danno patrimoniale ai creditori del Como, erario in primis.

La Procura citava al proposito i casi di Makinwa, Colacone, Belingheri, Caccia, Greco, Lazetic, Yapi, Bjelanovic e Gregori.

L'ex presidente aveva spiegato al pm che le cessioni erano state effettuate esclusivamente allo scopo di alleggerire il bilancio del Como, allora appena retrocesso in B, da ingaggi che erano stati concordati per la serie A, e che erano diventati insostenibili. Per Preziosi le cessioni portarono a un risparmio di 20 milioni di euro sul bilancio della società lariana, a fronte di un valore di mercato dei calciatori che ammontava a circa 5 milioni di euro.

Secondo i periti della Procura, invece, i calciatori ceduti avevano un valore patrimoniale, e la loro cessione andava indicata a bilancio tra i ricavi. A maggior ragione visto che, almeno in un caso, uno dei giocatori passati al Genoa, il difensore Gregori, pochi mesi dopo tornò al Como, dietro pagamento di 750 mila euro.

Moggi era stato tirato in ballo da Dall'Oglio in merito al passaggio dal Como alla Juve di due giocatori (Pederzoli e Piccolo) per una somma di circa 1.600.000 euro. In realtà la Juve li pagò solo 20.000 euro ciascuno.

Secondo il racconto di Dall'Oglio ai pm che l'Espresso ricostruì in quel maggio, Moggi e Preziosi si accordarono nel 2003 con una scrittura privata per il passaggio alla Juventus a fine stagione dei due calciatori del Como, ma quando venne il momento di concretizzare il passaggio (e quando il Como era ormai passato di mano) la società lariana si trovò in mano soltanto 20.000 euro, perché Moggi versò la somma pattuita direttamente a Preziosi.

Moggi ha invece raccontato al pm il 30 luglio scorso che la scrittura privata era solo un'opzione d'acquisto che andava subordinata a una valutazione di mercato dei giocatori, e i calciatori vennero valutati a fine stagione diecimila euro l'uno.

Preziosi, dopo il fallimento del Como, rilevò all'asta fallimentare la stessa società per un milione e 400 mila euro. In un secondo tempo la vendette agli attuali proprietari, Barzaghi e De Blasi, che però hanno aperto un contenzioso con l'imprenditore perché gli contestano responsabilità in ordine alla mancata iscrizione della società in C2.

(20 settembre 2005)

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